Ruota della fortuna, quando Mike Bongiorno fu cacciato da Mediaset. Cosa disse 15 anni fa da Fazio

Vi ricordate quando Mike Bongiorno fu cacciato da Mediaset? Con il ritorno in tv della Ruota della Fortuna rispunta una vecchia intervista da Fazio.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

In occasione del centenario dalla nascita di una delle icone più amate della televisione italiana, Mike Bongiorno, il mondo dell’intrattenimento si prepara a tributare omaggio a un gigante del piccolo schermo. Mediaset, casa madre di molte delle sue indimenticabili trasmissioni, ha deciso di celebrare questo anniversario con una nuova edizione de La Ruota della Fortuna, guidata da Gerry Scotti, considerato da molti l’erede designato del grande conduttore italoamericano. Tuttavia, il percorso di Bongiorno attraverso il mondo televisivo non è stato mai esente da tempeste. Tra le pagine della sua grande storia si cela un capitolo spesso dimenticato: il momento in cui fu allontanato dall’azienda che aveva contribuito a definire. A rispolverare questa memoria, dai meandri dei social, emerge un’intervista rara, condotta da Fabio Fazio nel corso di una vecchia edizione di Che Tempo Che Fa, che getta luce su quei giorni turbolenti e sulla reazione di Bongiorno di fronte alle vicissitudini del destino.

‘La ruota della fortuna’ torna in tv per celebrare i 100 anni di Mike Bongiorno

Con il ritorno de ‘La Ruota della Fortuna’, basato sul celebre format ‘Wheel of Fortune‘ ideato da Merv Griffin, si riaccende la magia di uno dei game show più iconici del mondo dell’intrattenimento. Il nome di Mike Bongiorno è indissolubilmente legato a questo programma, che ha condotto con maestria per quattordici edizioni, per un totale di 3.125 puntate, a partire dal lontano 1989. In occasione del centenario della sua nascita, Mediaset ha deciso di omaggiare il grande conduttore riportando in onda il programma che ha contribuito a rendere un’icona della televisione italiana.

A guidare questo viaggio nel passato e nel presente, c’è Gerry Scotti, considerato da molti l’erede televisivo di Bongiorno. Dal 6 maggio 2024, ogni giorno alle 18.45 su Canale 5, prenderà le redini dello storico programma, portando con sé la sua innegabile carisma e professionalità. Accanto a lui, a dare vita al famoso tabellone e a svelare curiosità sugli argomenti trattati, ci sarà Samira Lui.

Con il ritorno de ‘La Ruota della Fortuna’ si riproporranno le iconiche frasi “gira la ruota” e “compro una vocale”, insieme a tutti gli elementi fondamentali che hanno reso questo game show un appuntamento fisso per milioni di spettatori.

“Cento anni da Mike Bongiorno è una cifra che fa emozionare – ha detto Gerry Scotti – ancora lo vedo lì con il suo humor britannico, la sua eleganza. Lo scorso anno, il 3 giugno, ricorreva l’anniversario per i miei 40 anni di televisione: Pier Silvio Berlusconi con grande generosità mi chiese come avrei voluto festeggiare ed io ho risposto che volevo ricordare Mike Bongiorno con un suo programma e in particolare con La ruota della fortuna perché piaceva a me, alla mia mamma e al mio papà. I miei ricordi di Mike sono tantissimi, ma il più tenero è stato quando alle primissime armi lo incontravo in corridoio. lui era sempre elegantissimo, alle volte salutava con un sorriso, altre con un buongiorno, altre ti ignorava. Una volta si è fermato – io facevo il Festival bar e Radio Dj – e mi disse: ‘lei è Scotti? Mi dicono che un giorno può diventare il mio erede. Bravo, inizi intanto a mettersi la cravatta. Comunque complimenti'”.

L’intervista di Mike Bongiorno da Fabio Fazio: cosa rivelò sul suo addio a Mediaset

Oggi Mediaset celebra giustamente il centesimo anniversario della nascita di Mike Bongiorno, che negli anni settanta fu protagonista del discusso passaggio dalla Rai alle reti televisive di Silvio Berlusconi, contribuendo al grande successo dell’avventura televisiva dell’imprenditore.

Nel maggio del 2009 (Mike sarebbe morto l’8 settembre), ospitato da Fabio Fazio a Che tempo che fa, Bongiorno raccontò del suo addio all’azienda del Biscione, rivelando tanta amarezza per il modo in cui fu allontanato: “Cosa è successo? A Natale non è arrivato il rinnovo del contratto. Adesso chi ha in mano il gruppo è il figlio, Pier Silvio. Non è arrivato niente e mi sono chiesto come mai. Allora ho chiamato un funzionario e mi ha detto ‘ma come? Non ti hanno detto niente’. ‘No, a me non han detto niente’. ‘È strano, però non abbiamo soldi e quindi non rinnoviamo il contratto’, rispose”.

Poi aggiunse: “Ma pensa te? Parlare di soldi. Io ho tanto lavoro, non ho bisogno di quello. Sono rimasto così male che tu non hai idea. Perché, pensa, non mi hanno preavvisato, non mi hanno chiamato, anche per dare un saluto, un grazie per tutti questi anni che hai fatto qui con noi. Niente, sono spariti tutti, completamente”.

Ma le parole più amare riguardano il suo stato emotivo, l’enorme sofferenza di un addio forzato e unilaterale: “Ho sofferto molto, forse lo puoi chiedere a mia moglie. Ho sofferto perché non è possibile lavorare trent’anni con un gruppo e poi di colpo sei fuori e nessuno ti preavvisa o ti dice grazie”.

Più volte Mike si era interrogato sui motivi di quella decisione. E, anche da Fabio Fazio, raccontò di aver provato ad avere delucidazioni anche da Silvio Berlusconi in persona. Delucidazioni che però non sarebbero mai arrivate: “È un mistero. Ho cercato di capirlo. Sai cosa ho fatto? Ho chiamato il gran patron, Silvio Berlusconi… L’ho fondato con lui. Sai cosa ho passato? Da novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, sono passati più di cinque mesi. Non l’ho mai chiamato. Ho lasciato il messaggio, ho detto ‘guardate che voglio parlare con Silvio, voglio sapere cosa è successo’. Non mi ha mai chiamato. Quindi a questo punto io non lo so, sono molto triste. Mi chiedo cosa ho fatto, se ho fatto qualcosa di brutto, che magari non lo so cosa ho combinato. Non è possibile? Uno che lavora 30-35 anni con un gruppo, di colpo sei fuori e nessuno manco ti saluta o ti stringe la mano. E colui con cui ho fondato questa cosa, che ho chiamato diverse volte, non mi richiama. Non mi richiama! Sai che ho cercato di fargli gli auguri a Natale? La segretaria mi disse ‘sa, guardi c’è una lunga lista in attesa, la chiameremo quando è il suo turno’. Io ho detto ‘a me? La lunga lista d’attesa per fare gli auguri a Silvio che tutti gli anni ce li facciamo?'”

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